Come si diventa maestro d'infanzia e maestro elementare: le info da conoscere
Se si è interessati a perseguire la carriera di insegnante, occorre avere in mente fin da subito il grado della scuola presso cui si vuole essere inseriti. È importante conoscerlo preliminarmente perché i percorsi da seguire possono essere diametralmente opposti: uno di certo non preclude l’altro, ma essendo facoltà composte da più annualità, è bene non sceglierne una per poi scoprire solo alla fine che non permette di avere i requisiti per quella determinata tipologia di insegnamento.
Volendo divenire maestro della scuola d’infanzia, vale a dire il corrispondente della scuola materna, occorre iscriversi ad un corso in scienze della formazione primaria presso un'università telematica o in un tradizionale ateneo. La durata è quinquennale e ha come obiettivo quello di fornire una preparazione il più multidisciplinare possibile. Oltre ai rudimenti di letteratura e lingua italiana, è fondamentale che questa professione abbia le sufficienti competenze per quanto riguarda la pedagogia ad esempio, ma non solo. Sono altresì importanti conoscenze nell’ambito psicologico, soprattutto nel ramo dedicato alla psicologia dello sviluppo. Inoltre, è cruciale avere la padronanza dei vari modelli di progettazione educativa e di teorie rivolte alle modalità d’apprendimento. Rispetto a molti altri corsi di laurea che si ritrovano in Italia, quello in scienze della formazione primaria è ad accesso programmato. Ciò significa che, per potervi accedere, occorre sostenere preliminarmente un test d’ingresso. Una volta ottenuto il titolo, lo sbocco lavorativo più ovvio è quello dei concorsi per accedere alle scuole d’infanzia, conosciute anche come scuole materne. In alternativa, ma rappresenta anche una strada da perseguire mentre si attende la pubblicazione di questi bandi (che solitamente avvengono con cadenza biennale), è possibile candidarsi come supplenti, al pari di quanto accade anche per altre scuole di grado più elevato.
Per quanto riguarda invece il maestro di scuola elementare, il percorso di studi è sostanzialmente il medesimo. Si prevede infatti un percorso di studi in scienze della formazione primaria e un conseguente tirocinio, considerato elemento obbligatorio e non facoltativo. In questo caso non occorre conseguire i 24 CFU in materie psicologiche e pedagogiche (legislazione in vigore almeno fino ai nuovi cambiamenti in vista nell’ordinamento, che dovrebbero partire da gennaio 2025). Si tratta di una grossa diversità rispetto agli studi necessari per diventare insegnante nelle scuole di grado superiore, che invece richiedono questi crediti formativi in aggiunta a quelli che normalmente si acquisiscono nel proprio percorso di laurea. Il percorso di studio, se completato correttamente, fornisce direttamente l’abilitazione per l’insegnamento. Questo, tuttavia, non significa aver accesso ad una cattedra. Prima di poterlo fare, infatti, occorre passare attraverso un concorso pubblico. In alternativa, prima della pubblicazione dei relativi bandi, è possibile fare domanda per supplenze occasionali. L’incarico più ambito è quello di una sostituzione annuale, che è il massimo a cui si può ambire per gli incarichi che rientrano nell’alveo delle MAD, vale a dire della Messa A Disposizione. In questo caso non occorre attendere la pubblicazione di bandi ma è sufficiente l’invio, in maniera totalmente autonoma, della propria candidatura nei centri in cui si vorrebbe trovare occupazione.
Volendo divenire maestro della scuola d’infanzia, vale a dire il corrispondente della scuola materna, occorre iscriversi ad un corso in scienze della formazione primaria presso un'università telematica o in un tradizionale ateneo. La durata è quinquennale e ha come obiettivo quello di fornire una preparazione il più multidisciplinare possibile. Oltre ai rudimenti di letteratura e lingua italiana, è fondamentale che questa professione abbia le sufficienti competenze per quanto riguarda la pedagogia ad esempio, ma non solo. Sono altresì importanti conoscenze nell’ambito psicologico, soprattutto nel ramo dedicato alla psicologia dello sviluppo. Inoltre, è cruciale avere la padronanza dei vari modelli di progettazione educativa e di teorie rivolte alle modalità d’apprendimento. Rispetto a molti altri corsi di laurea che si ritrovano in Italia, quello in scienze della formazione primaria è ad accesso programmato. Ciò significa che, per potervi accedere, occorre sostenere preliminarmente un test d’ingresso. Una volta ottenuto il titolo, lo sbocco lavorativo più ovvio è quello dei concorsi per accedere alle scuole d’infanzia, conosciute anche come scuole materne. In alternativa, ma rappresenta anche una strada da perseguire mentre si attende la pubblicazione di questi bandi (che solitamente avvengono con cadenza biennale), è possibile candidarsi come supplenti, al pari di quanto accade anche per altre scuole di grado più elevato.
Per quanto riguarda invece il maestro di scuola elementare, il percorso di studi è sostanzialmente il medesimo. Si prevede infatti un percorso di studi in scienze della formazione primaria e un conseguente tirocinio, considerato elemento obbligatorio e non facoltativo. In questo caso non occorre conseguire i 24 CFU in materie psicologiche e pedagogiche (legislazione in vigore almeno fino ai nuovi cambiamenti in vista nell’ordinamento, che dovrebbero partire da gennaio 2025). Si tratta di una grossa diversità rispetto agli studi necessari per diventare insegnante nelle scuole di grado superiore, che invece richiedono questi crediti formativi in aggiunta a quelli che normalmente si acquisiscono nel proprio percorso di laurea. Il percorso di studio, se completato correttamente, fornisce direttamente l’abilitazione per l’insegnamento. Questo, tuttavia, non significa aver accesso ad una cattedra. Prima di poterlo fare, infatti, occorre passare attraverso un concorso pubblico. In alternativa, prima della pubblicazione dei relativi bandi, è possibile fare domanda per supplenze occasionali. L’incarico più ambito è quello di una sostituzione annuale, che è il massimo a cui si può ambire per gli incarichi che rientrano nell’alveo delle MAD, vale a dire della Messa A Disposizione. In questo caso non occorre attendere la pubblicazione di bandi ma è sufficiente l’invio, in maniera totalmente autonoma, della propria candidatura nei centri in cui si vorrebbe trovare occupazione.